PROGRAMMA TRIENNALE 2007-2009
Interventi in favore degli emigrati laziali emigrati all’estero
e dei loro familiari
Legge regionale n° 23 del 31 luglio 2003
INTRODUZIONE
D’emigrazione si parla da più di un secolo. Il fenomeno
dell’emigrazione è parte della nostra memoria collettiva:
l’Italia è l’unico paese occidentale che abbia
avuto una vicenda migratoria così forte e così radicata
con 4 milioni di cittadini italiani in 201 paesi del mondo. L’Italia
è, tra i paesi della UE, quello con il più alto numero
di emigrati ed è, a livello mondiale, il paese sviluppato
con la più alta incidenza di emigrati rispetto alla popolazione
residente: il 7% della popolazione italiana vive all’estero,
cifra pari al 2,3% del totale degli emigrati nel mondo. L’emigrazione
appare così distribuita: 2,2 milioni di emigrati italiani
sono in Europa; 1,5 milioni sono nel continente americano, di cui
30% in America Latina; 134.000 in Oceania. In Asia ed Africa la
presenza italiana è scarsa e pari a circa 80.000 persone.
La provenienza regionale degli emigrati italiani vede il Mezzogiorno
quale area di maggiore importanza ( 57% del totale ), seguito dal
Nord ( 29% ) e dal centro ( 14% ).
Il Lazio con 259.000 è la prima tra le Regioni dell’Italia
centrale.
Questo fenomeno riguarda 27 milioni di persone dal 1876 –
quando si è cominciato a contare le persone che migravano
- fino al 1976 quando, a distanza esattamente di cento anni, si
sono invertiti i numeri. A partire da questa data, quelli che arrivavano
erano più numerosi di quelli che continuavano a partire.
Se si tiene conto dei connazionali viventi, dei figli e dei nipoti,
si può azzardare che sparsa nel mondo c’è praticamente
un’altra Italia.
L’Italia nasce come paese d’emigrazione, fenomeno questo
che ha segnato la storia ed il percorso di crescita e sviluppo del
nostro paese, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui le Comunità
italiane all’estero rappresentano, nel mondo, una straordinaria
risorsa da valorizzare, i nostri connazionali sono i primi ambasciatori
di una cultura consolidata nei secoli.
Dal 1976 si continua ad emigrare, anche se è un tipo d’emigrazione
diversa: intellettuale, legata ad una maggiore qualificazione professionale,
che contribuisce al processo stesso d’internazionalizzazione
a cui il nostro paese è chiamato.
La Regione, per una conoscenza più approfondita, ha ritenuto,
con l’aggiornamento al piano triennale del 2005, predisposto
con DGR 649 del 19 luglio 2005, di stipulare una convenzione con
l’Università degli studi di Roma “La Sapienza”
commissionando una ricerca sugli ultimi 50 anni dell’emigrazione
dal titolo: “Dinamica e struttura dell’emigrazione laziale
all’estero, un’analisi geografica”. L’indagine
terminerà alla fine dell’anno 2006, con l’obiettivo
di mettere in luce ed in relazione il cambiamento del fenomeno migratorio
rispetto al mutare del contesto storico, politico socio-culturale
che si è verificato nel paese.
I risultati della ricerca saranno fondamentali per la programmazione
regionale dei prossimi anni, che dovrà essere modulata agli
esiti della stessa.
Lo stereotipo di cinquanta anni fa rappresentava l’emigrato
con la valigia di cartone, la cui partenza era connotata dal dolore
per un distacco definitivo imposto dalla povertà e dal fallimento.
I sentimenti ricorrenti erano quelli della nostalgia per la terra
d’origine, scrigno della propria identità sociale e
culturale che ne custodiva gli affetti e le aspirazioni più
profonde.
L’emigrazione delle vecchie generazioni era caratterizzata
da un duplice problema: la lontananza dal proprio paese ed un difficile
processo di riconoscimento ed accettazione del paese ospitante.
Grazie all’intelligenza, alla creatività, all’operosità
ed alla ferrea volontà, i nostri connazionali hanno saputo
ritagliarsi i loro spazi, i loro tempi, i loro meriti, facendo del
confronto con la diversità un valore aggiunto e riuscendo,
non solo ad integrarsi, ricoprendo posizioni di rilievo nei vari
ambiti sociali e professionali, ma, anche, ad avvicinare progressivamente
la popolazione locale alle proprie abitudini e tradizioni, incrementando
l’interesse per la cultura italiana e diffondendo, soprattutto
in alcuni settori, lo stile italiano. In 50 anni si è passati
dalla frustrazione all’orgoglio di essere italiani nel mondo.
Allora come oggi, la lingua e la cultura italiana costituiscono
il principale strumento di interesse ed aggregazione. L’obiettivo
da raggiungere è quello di fare della lingua italiana l’idioma,
non solo della memoria e della cultura, ma anche lo strumento di
comunicazione nel lavoro, considerate le nuove opportunità
in Italia o con l’Italia. Tutto ciò, consentirebbe
di rinnovare l’interesse e le motivazioni dei giovani verso
il nostro paese. La scelta è, quindi, quella di programmare,
nel settore dell’emigrazione, interventi di carattere imprenditoriale
che guardano alla presenza dei nostri connazionali come ad una risorsa
su cui investire.
Per facilitare un continuo e costruttivo dialogo con i nostri connazionali
è importante, anche, promuovere, sviluppare e favorire i
canali dell’informazione e della comunicazione, in tutte le
sue forme, perché ciò consente di avere sempre un’immagine
rispondente ed attuale del nostro paese. Essere a conoscenza degli
eventi che lo riguardano: dal contesto politico-istituzionale a
quello economico, sociale, occupazionale, artistico, turistico,
significa interagire con il paese reale e non con quello immaginato
o sentito raccontare dalle precedenti generazioni.
Tutto ciò riveste maggiore importanza alla luce della legge
459 del 27 dicembre 2001, concernente l’esercizio del voto
degli italiani all’estero, poiché una maggiore e più
puntuale conoscenza, offre loro la possibilità di incidere,
pur risiedendo all’estero, sulle scelte determinanti del nostro
paese, al pari dei connazionali residenti in Italia.
Gli emigrati costituiscono, pertanto, una grande risorsa per il
futuro del nostro paese ed è per questo che la programmazione
regionale dovrà rivolgersi, con particolare attenzione, alle
Comunità laziali all’estero puntando, soprattutto,
sulle Associazioni rappresentative, potenziandone il ruolo e le
attività come centri di diffusione della cultura, delle tradizioni,
dei valori e delle attività del Lazio.
L’auspicio, ed al tempo stesso il fine, è quello di
creare una rete di comunicazione tra tutte le Associazioni degli
emigrati all’estero, per un continuo scambio e confronto sulle
iniziative da intraprendere, sulle proposte da sostenere e sulle
problematiche che spesso li accomunano pur abitando in paesi diversi.
A tale scopo, un contributo efficace potrà essere quello
apportato dalle nuove generazioni, cui riconoscere, nell’ambito
dell’organizzazione delle stesse associazioni, un ruolo di
attivi protagonisti, incentivando scambi con i loro coetanei residenti
sia nei vari paesi del mondo che nel Lazio per rinsaldare i rapporti,
per confrontare esperienze e sviluppare comuni iniziative.
Una politica sicuramente più incisiva è una politica
partecipata a più livelli, con programmi condivisi, interventi
sinergici da parte dei diversi organismi istituzionali e non, aventi
competenza in materia, capace di incrementare la completezza e l’efficacia
stessa degli interventi, di ottimizzare le risorse a disposizione
e di determinare nuove opportunità di crescita e sviluppo.
La programmazione deve anche essere attenta nei confronti degli
emigrati, che, per le più disparate ragioni, decidono di
rientrare, trovandosi, per alcuni aspetti, nella condizione d’immigrato
nel paese d’origine, con evidenti difficoltà d’integrazione
sociale. Per questo si è ritenuto necessario implementare
l’offerta dei servizi istituendo anche “ un centro ascolto”
allo scopo di fornire sostegno psicologico all’emigrato ed
al suo nucleo familiare, oltre all’orientamento e sostegno
riguardo a specifici problemi socio-assistenziali.
1 . CONTESTO GENERALE
Le Associazioni rappresentano il fulcro della programmazione ed
attuazione delle politiche a favore degli emigrati d’origine
laziale e delle loro famiglie. Il registro regionale delle Associazioni,
di recente aggiornamento, che operano a favore degli emigrati, rappresenta
uno strumento indispensabile per l’individuazione dei destinatari
degli interventi. Sono stati, inoltre, stabiliti i requisiti necessari
per l’inscrizione, nello stesso, anche delle Federazioni di
Associazioni, rilanciandone la centralità con l’auspicio
di instaurare un maggiore impegno sinergico con il competente ufficio
regionale.
Il mondo delle Associazioni, soprattutto attraverso l’elezione
dei propri consultori in seno alla Consulta per l’emigrazione,
gioca un ruolo di primaria importanza nella predisposizione delle
politiche migratorie. Il riconoscimento del ruolo fondamentale delle
Associazioni, ponte tra la Regione ed il mondo degli emigrati, costituisce
l’impianto fondamentale su cui si basa la programmazione del
presente piano triennale. Le Associazioni, da un lato, arricchiscono
il tessuto sociale ed umano del contesto in cui vivono e, dall’altro,
si rivelano di fondamentale importanza anche per la patria d’origine,
che beneficia di un contributo rilevante per la crescita collettiva
dovuta allo scambio tra diverse culture, sensibilità ed esperienze.
E’ alla luce delle considerazioni fin qui rappresentate che
si espone l’indirizzo politico-gestionale-economico, quale
impalcatura di macrosistema, sulla scorta del quale è stato
predisposto il presente Piano delle attività da realizzarsi
nel triennio 2007- 2009.
Per quanto riguarda specifiche iniziative e aspetti pragmatici
legati alle stesse, si rimanda ai piani d’aggiornamento annuale
al programma in argomento.
2. RIFERIMENTO NORMATIVO
Con Legge regionale 31 luglio 2003, n° 23 sono stati previsti
gli interventi in favore dei laziali emigrati all’estero e
dei loro familiari. Tra le finalità, nell’ambito delle
competenze regionali e nei limiti stabiliti dalla Costituzione,
riguardo all’attività in campo internazionale, si evidenziano
quelle rivolte al superamento delle difficoltà inerenti al
lavoro ed alle condizioni di vita dei nostri emigrati. Più
specificatamente, la normativa intende sostenere iniziative finalizzate:
a sviluppare relazioni economiche, a valorizzare le professionalità
degli stessi lavoratori, a sostenere e rafforzare la loro identità
etnica, a rinsaldare il legame con la terra d’origine, al
recupero linguistico e professionale dei giovani, all’integrazione
e promozione culturale nei paesi di residenza, alla diffusione della
conoscenza del patrimonio culturale, artistico, economico, ambientale
e sociale della regione d’origine, all’affitto o manutenzione
della sede o per l’organizzazione di riunioni ed attività
di comunicazione da parte delle federazioni e delle confederazioni
ed, infine, a sostenere chi, per motivi diversi, intende rientrare
definitivamente nella Regione Lazio.
Le suddette finalità vengono raggiunte attraverso le seguenti
modalità d’intervento: direttamente dalla Regione Lazio
e demandate, secondo il principio di sussidiarietà, ai Comuni
o attuate dalle Associazioni iscritte al registro regionale.
Infine, la normativa in argomento ha istituito la Consulta regionale
per l’emigrazione, identificandola quale strumento specifico
di rappresentanza per lo studio, la ricerca e la divulgazione di
notizie sull’emigrazione. Essa svolge, inoltre, funzioni consultive
su proposte di leggi regionali che dispongono, anche incidentalmente,
in materia d’emigrazione, ed esprime pareri, se richiesti,
sugli strumenti di programmazione regionale e sul bilancio di previsione
della Regione. Il suo parere è, invece, obbligatorio sul
programma triennale degli interventi a favore degli emigrati e delle
loro famiglie.
In ottemperanza alla normativa vigente, il 16 febbraio u.s è
stata insediata la Consulta nominata dall’attuale governo
regionale che, come primo atto ufficiale, ha presentato la richiesta
formale dell’istituzione di un tavolo permanente di lavoro,
sulle attività migratorie, con gli Assessorati e la Presidenza
della Giunta che a diverso titolo si occupano della materia in argomento.
Si ritiene, nel corso del triennio di riferimento, di dover prevedere
l’istituzione formale di un organismo ad hoc con compiti e
finanziamenti adeguati, al quale possano partecipare, oltre ai componenti
di diritto anche delegati giovani, discendenti di emigrati che ,
a diverso titolo, svolgono attività di rilievo nell’ambito
delle Associazioni.
In merito ai dettami della normativa in argomento, fin qui enunciati,
si avverte la necessità, nel prossimo triennio di una revisione
ed adeguamento della stessa ai principi cardine ispiratori della
presente programmazione. Prevalentemente si ravvisa la necessità
di rendere la normativa più incisiva riguardo ai compiti
della Consulta per l’emigrazione ed al ruolo dei consultori.
Occorrerebbe, infatti, rendere il parere dell’organismo obbligatorio,
come lo è per l’approvazione del programma triennale
degli interventi a favore degli emigrati, in relazione ad ogni proposta
di legge regionale che disponga nella specifica materia. Si ritiene,
altresì, necessario rendere obbligatorio il coinvolgimento
della Consulta nella programmazione regionale, nella predisposizione
del DPEF e del bilancio di previsione regionale. Tale sostanziale
modifica consentirebbe ai consultori di svolgere il ruolo che gli
compete, dopo il voto degli italiani all’estero, in ogni ambito
istituzionale regionale e non solo in quello delle politiche sociali.
2.1 LE ATTIVITA’ SVOLTE
Con deliberazione della Giunta regionale 30 luglio 2004 n°
704 è stato varato il piano d’interventi 2004-2006.
Nel triennio di riferimento sono state svolte manifestazioni allo
scopo di promuovere il patrimonio culturale, artistico ed ambientale
della regione presso le comunità laziali residenti all’estero.
Nella circostanza sono stati proposti prodotti tipici dell’imprenditoria
laziale, creando le basi per scambi commerciali con Associazioni
e aziende locali interessate.
Fin dall’inizio della legislatura in corso si è cercato
di rafforzare il ruolo delle Associazioni, le uniche in grado di
sviluppare un raccordo con il territorio in cui vivono ed operano
le nostre comunità e stringere legami con le autorità
locali. Sono stati, infatti, finanziati progetti e iniziative specifiche,
sostenendo in particolare quelle che prevedevano il coinvolgimento
dei giovani. E’ stata, inoltre, avviata una politica volta
a dotare, nel tempo, tutte le Associazioni di un computer per la
loro messa in rete allo scopo di facilitare la comunicazione, viste
le differenze dei fusi orari, con la competente struttura che provvede,
in tempo reale, a fornire tutte le risposte ai quesiti posti.
Ogni anno sono stati realizzati sia attraverso le Università
del Lazio, che direttamente dalla “ Associazione intercomunale
Casa dell’emigrante “ i soggiorni per più di
100 giovani, finalizzati al recupero della lingua e alla conoscenza
della cultura italiana, mentre, allo stesso scopo, sono state rinnovate
le convenzioni con la Soc Dante Alighieri in Argentina ed il COASIT
( Comitato Assistenza italiani) in Australia.
Non si è mancato di rinnovare l’incontro con gli oltre
300 anziani che, ogni anno, a rotazione tra i continenti, sono tornati
a rivisitare i luoghi d’origine beneficiando di vacanze al
mare, terminate con momenti d’incontro istituzionali allo
scopo di raccogliere informazioni e suggerimenti su come migliorare
l’iniziativa.
Alla “ Associazione Intercomunale Casa dell’Emigrante”
è stata affidata la gestione coordinata ed integrata degli
interventi e dei servizi a favore dei laziali emigrati all’estero
e dei loro familiari, oltre alla realizzazione annuale della “giornata
regionale dell’emigrato laziale” manifestazione che
ha inteso riavvicinare gli emigrati alla cultura ed alle proprie
tradizioni. Nell’anno in corso è stato inaugurato,
presso la sede della stessa, il “centro ascolto” a favore
degli emigrati rimpatriati e delle loro famiglie. Il servizio, coordinato
da psicologi, si propone di intervenire in quelle situazioni complesse
dove, oltre all’aspetto pratico del problema rappresentato,
se n’affianca un altro, e di ben più articolata soluzione,
che è quello psicologico legato alla ricostruzione dell’identità
ed all’integrazione del vissuto dell’emigrato che, sradicato
dalla terra d’origine e costretto ad adattarsi in ambienti
e culture diverse, rientrato in patria sente di doversi, inaspettatamente,
reinserire in un contesto ormai non più familiare. L’iniziativa,
quale progetto pilota, rappresenta una novità assoluta su
tutto il territorio nazionale ed ha ottenuto grandi riconoscimenti
dalle diverse realtà medianiche in campo locale, nazionale
ed internazionale presso le nostre comunità all’estero.
Non si può non essere d’accordo nell’affermare
che il fenomeno dell’emigrazione è cambiato, rispetto
al suo manifestarsi nei primi anni del secolo scorso, ed è
in continua evoluzione. Tale assunto ha imposto, alla programmazione
regionale, lo studio del fenomeno, affidandone la ricerca all’Università
di Roma la “ Sapienza”, che avrà la durata di
due anni e che si concluderà, alla fine dell’anno in
corso, con un convegno nel quale verranno presentati i risultati
, raccolti in una pubblicazione.
Altro ambito fondamentale d’intervento è stato quello
inerente ai contributi socio-assistenziali forniti agli emigrati
rientrati definitivamente in patria. La Regione ha ritenuto necessario
anticipare, con mandati bimestrali anziché semestrali, i
finanziamenti ai Comuni per: contributi di prima assistenza al rientro,
attività di formazione e riqualificazione professionale finalizzate
al reinserimento sociale e lavorativo dei laziali che rientrano
definitivamente nel territorio regionale, incentivazioni a forme
d’attività lavorative autonome con il sostegno in favore
di piccole e medio imprese, con priorità per quelle costituite
da giovani, attraverso la concessione di contributi finanziari,
corsi di recupero, realizzati d’intesa con le istituzioni
scolastiche, finalizzati a favorire l’inserimento dei figli
nella scuola e nel tessuto sociale.
Infine, sono stati realizzati interventi specifici, attraverso
una convenzione con l’OICS ( Osservatorio Interregionale sulla
cooperazione allo sviluppo), a favore dei laziali residenti nei
paesi dell’America latina. Per l’Argentina, Brasile,
Venezuela, Uruguay e Paraguay sono stati realizzati i seguenti interventi
socio-sanitari: acquisto e distribuzione in loco di medicinali salvavita,
vaccini, protesi e sottoscrizione di forme di convenzione con gli
ospedali italiani per l’assistenza sanitaria ai meno abbienti.
3 . LINEE PROGRAMMATICHE DEL PIANO TRIENNALE
3 . 1 INTERVENTI DIRETTI DELLA REGIONE
3 . 2 INCONTRI CON LE COMUNITA’ ALL’ESTERO
Gli interventi diretti della Regione dovranno, d’ora in poi,
tener conto del diverso ruolo che gli emigrati sono chiamati a svolgere
dopo l’approvazione della normativa concernente il voto degli
italiani all’estero. Con il loro voto, infatti, partecipano
alle scelte politiche, economiche, normative del nostro paese. Oggi,
più che mai, le nostre comunità all’estero,
devono essere considerate non solo destinatarie d’interventi
volti alla solidarietà, pur sempre necessaria in alcune situazioni,
ma come comunità accomunate da origini, storia , valori e
ideali che interagiscono con le istituzioni nel contribuire a determinare
il processo di crescita e di sviluppo non solo del paese in cui
vivono , ma anche di quello d’origine, rappresentando una
rilevante realtà economico-sociale. I nostri emigrati oggi
sono persone affermate, capaci, di livello culturale medio-alto,
i discendenti sono perlopiù laureati, che hanno contribuito,
in modo determinante, a costruire le realtà che li hanno
accolti, che hanno girato il mondo, conoscono gli altri contesti
e sono quindi in grado di effettuare analisi socio-politico-economiche
rilevanti ed articolate grazie ad una visione più globale
delle problematiche.
Queste premesse sono necessarie per rilevare e comprendere quanto
è cambiato intorno a noi e quanto ancora cambierà,
solo considerando tutto ciò sarà possibile adeguare
le nostre scelte, i nostri programmi, le nostre azioni a nuovi modelli
innovativi e più aderenti ad una reale politica migratoria.
Muovendo da tale contesto, l’obiettivo strategico dovrà
essere quello di dare risposte nuove alle mutate esigenze, tenendo,
nel contempo, in considerazione che la programmazione regionale
deve fare i conti con un quadro generale di risorse modeste e sottodimensionate
rispetto alle effettive esigenze e soprattutto al ruolo che s’impone
di conferire, per tutte le motivazioni suesposte, alle nostre comunità
all’estero.
Le note difficoltà economiche in cui versa il bilancio regionale,
non hanno consentito un incremento degli interventi, ritenuto consono
e doveroso, già programmati nel piano d’aggiornamento
annuale. Purtroppo, invece, è stato necessario attuare un
ridimensionamento degli stessi, cercando di intervenire con tagli
alle sole manifestazioni per non creare difficoltà nell’ambito
socio-assistenziale, né dover rinunciare ai progetti a favore
di giovani ed anziani.
Questo dato non va sottovalutato né sottaciuto, tenerne
conto ha consentito di orientare la programmazione verso l’individuazione
di nuovi canali di finanziamento: per esempio, attraverso il coinvolgimento
d’altri Assessorati, con dotazioni finanziarie significative,
che con obiettivi e scopi diversi intrecciano il mondo dell’emigrazione.
La richiesta di sinergia progettuale ed economica potrebbe essere
indirizzata al settore delle politiche del lavoro, della formazione,
del turismo e delle attività produttive nei vari ambiti istituzionali.
L’indicazione e l’esigenza di istituire un tavolo permanente
di lavoro interassessorile sono state rappresentate anche dai consultori
al Presidente della Consulta per l’emigrazione al momento
del suo insediamento.
Scelta fondamentale per la programmazione triennale dovrà
essere quella di evitare spese scarsamente efficaci e produttive,
liberando così risorse indispensabili per altri interventi
che coinvolgono maggiormente giovani ed anziani. Ci si riferisce
specificatamente alle manifestazioni all’estero intese esclusivamente
come ingaggio di gruppi canori, folkloristici, teatrali o come esposizioni
di prodotti tipici che, avendo anch’essi subito il fenomeno
della globalizzazione, possono essere facilmente reperibili anche
sui mercati internazionali.
Resteranno, invece, essenziali i momenti d’incontro con le
nostre comunità all’estero per conoscere e scoprire
insieme le loro realtà, necessità, bisogni, per raccogliere
contributi ed idee in grado di incidere nei processi di sviluppo.
E’ auspicabile, nel triennio, qualora siano reperibili fondi
ad hoc, organizzare conferenze regionali, soprattutto specifiche
per i giovani, allo scopo di raccogliere le esigenze ed i contributi
provenienti dagli emigrati e discendenti, veri attori del processo
migratorio.
3. 3 INIZIATIVE A FAVORE DEI GIOVANI RESIDENTI ALL’ESTERO
La diffusione della lingua e della cultura italiana appare di fondamentale
importanza in considerazione del fatto che siamo ormai alla quarta
o quinta generazione di discendenti d’emigrati. Queste nuove
generazioni sono perlopiù nate nei paesi d’accoglienza
dei genitori e dei nonni, parlano poco la lingua e spesso usano
il dialetto, hanno conoscenza della cultura italiana in modo scisso:
parte tramandata dalle precedenti generazioni e parte appresa nel
percorso di studio. Generalmente le due rappresentazioni non coincidono.
Occorre trasmettere alle nuove generazioni l’orgoglio dell’appartenenza
ad una cultura che trae origine da millenni di storia, che oggi
è riconosciuta ed ammirata in tutto il mondo.
L’obiettivo dovrà essere quello di consegnare alle
nuove generazioni, affinché la promuovano, una cultura intesa
non solo in senso umanistico o scientifico, ma anche come “
stile italiano” pregno di creatività e di cultura dell’estetica,
trasfusa nei vari settori dell’industria, artigianato e design.
Tutto questo patrimonio è nostro compito farlo conoscere
alle nuove generazioni dei discendenti degli emigrati, che spesso
ne hanno solo sentito parlare, è necessario, quindi, coinvolgerli
nel difendere e rilanciare l’Italia nel mondo.
Due sono essenzialmente le iniziative che in tal senso saranno
rilanciate nel presente piano triennale:
a) corsi per l’insegnamento e la diffusione della lingua
e della cultura italiana.
Tali corsi saranno realizzati, rinnovando le convenzioni già
stipulate, dalla Dante Alighieri in Argentina e dal COASIT ( Comitato
Assistenza Italiana) in Australia. I presidenti delle Associazioni
interessate, regolarmente iscritte al registro regionale, individueranno
e segnaleranno i destinatari del provvedimento.
b) soggiorno, presso strutture del Lazio, finalizzato allo studio
della lingua e della cultura italiana
Il soggiorno è destinato a giovani d’età compresa
tra i 18 ed i 28 anni, che: già conoscono la lingua, si sono
particolarmente distinti nelle loro attività, manifestano
alta motivazione all’approfondimento della materia e partecipano
attivamente alla vita dell’Associazione. Si ritiene di fondamentale
importanza favorire ragazzi appartenenti a nuclei familiari economicamente
svantaggiati.
Il programma didattico, realizzato in strutture abilitate e da
Enti di formazione legalmente riconosciuti, sarà integrato
da visite culturali nei siti più significativi della Regione
.
Sarà compito dei presidenti delle Associazioni scegliere
i giovani più meritevoli e segnalarli ai Consultori di riferimento
del proprio Paese che, valuteranno attentamente i requisiti posseduti
da ciascun candidato, prima di individuare i destinatari che usufruiranno
del soggiorno da segnalare alla Regione. I Consultori, o loro delegati,
inoltre, accompagneranno, quale costante punto di riferimento, i
ragazzi prescelti durante tutto lo svolgimento dei corsi, rendendosi
garanti della gestione della loro permanenza.
Trattandosi di un viaggio premio, è opportuno dare la possibilità
a tutti di partecipare, evitando di segnalare persone che ne hanno
già usufruito.
In alternativa ai soggiorni, si potrà verificare la fattibilità
dell’assegnazione di borse di studio, attraverso specifici
bandi, finalizzate all’approfondimento della lingua e della
cultura italiana. Potranno, inoltre, essere previsti bandi inerenti
a corsi di lauree specialistiche, dottorati o masters di specializzazione
presso le Università del Lazio. L’intervento sarà
destinato ai giovani che si sono particolarmente distinti negli
studi, che possiedono una discreta padronanza della lingua italiana
e che provengono da paesi e/o famiglie economicamente svantaggiati.
3. 4 SOGGIORNI PER EMIGRATI ANZIANI
Non tutti i nostri connazionali si trovano nelle condizioni economiche
favorevoli per affrontare spese di viaggio e soggiorno per tornare
in visita nei paesi d’origine, considerando che ormai non
hanno più familiari viventi sui quali potersi appoggiare.
Alcuni non tornano da molti anni, mentre altri non lo hanno più
fatto dal giorno della partenza, interiorizzando una grande nostalgia.
La Regione, facendosi carico del problema, ritiene fondamentale
mantenere, anche per la prossima programmazione triennale, l’intervento
dei soggiorni per gli anziani emigrati, ponendo l’accento
sulla necessità che lo stesso sia rivolto a: persone economicamente
più svantaggiate, emigrati che vivono in paesi economicamente
in crisi, emigrati che non tornano in Italia da diverso tempo ed
infine coloro che vivono in stati molto lontani dalla patria. Il
provvedimento consiste nel rimborso, intero per l’Argentina
e parziale per l’Australia, del costo del biglietto aereo
ed il soggiorno presso località marine per 15 giorni, oltre
a visite guidate in città e località del territorio
regionale di particolare rilievo storico, artistico e culturale.
La Regione, qualora si manifestassero particolari situazioni di
difficoltà economiche, può prevedere il rimborso totale
o parziale del biglietto aereo per gli emigrati provenienti da altri
continenti diversi da quelli suindicati.
I destinatari del soggiorno dovranno essere individuati dai Presidenti
delle Associazioni, iscritte al registro regionale, che li segnaleranno,
evidenziando il possesso dei requisiti richiesti, al consultore
del Paese d’appartenenza perché valuti attentamente
le persone ritenute idonee da segnalare alla Regione.
L’intervento in argomento, per i contenuti altamente socio-assistenziali
su cui si basa prescinderà dal numero dei soci delle Associazioni,
per rivolgersi a persone in possesso dei succitati requisiti.
3. 5 CONVENZIONI CON UNIVERSITA’ E CENTRI DI RICERCA
PER INDAGINI E
STUDI CONCERNENTI IL FENOMENO MIGRATORIO
Le cause che spingono ad emigrare sono riconducibili, anche in
epoche diverse, agli stessi fattori e principalmente ad uno sviluppo
ineguale tra il paese di partenza e quello d’arrivo. Attraverso
la mobilità, infatti, l’uomo ha cercato nella storia
di riequilibrare il rapporto tra risorse necessarie e risorse disponibili
in un determinato territorio.
A differenza del passato, però, i moderni flussi migratori
s’ inseriscono in tutti i settori della società, questo
anche grazie al fatto che le nuove generazioni sono caratterizzate
dall’uso di più linguaggi e da un utilizzo maggiore
della tecnologia e dei “mass- media”.
L’emigrazione d’oggi è connotata sempre di più
da una libera circolazione delle persone che si spostano da un continente
all’altro, spesso senza sradicarsi dal proprio paese d’origine.
Le nuove generazioni si sentono più cittadini del mondo dei
loro nonni. Esiste, e occorre tenerne conto, una mobilità
legata alla scienza, alla ricerca, al bussinness, al turismo ed
alla cultura. Ci troviamo a dover gestire una moderna migrazione
fatta di tante sfaccettature, ad esempio sono sempre di più
i giovani laureati italiani che scelgono di approfondire le loro
conoscenze professionali all’estero, alle quali le istituzioni
dovranno fornire risposte precise ma articolate.
Alla luce di queste considerazioni, è di fondamentale importanza
per un’attenta ed efficace programmazione la conoscenza dell’evoluzione
del fenomeno trattato,al riguardo,infatti, la Regione, mediante
specifica convenzione, ha già commissionato all’Università
di Roma “ La Sapienza “ uno studio sullo sviluppo dell’emigrazione
negli ultimi 50 anni, che consentirà di adeguare le risorse
agli effettivi bisogni. E’, pertanto, necessario continuare
ad avere un rapporto di collaborazione con l’Università
e gli istituti di ricerca, al fine di acquisire dati significativi
per continuare a monitorare l’ambito delle politiche migratorie.
4. INTERVENTI DEMANDATI AI COMUNI IN OTTEMPERANZA AL PRINCIPIO
DI
SUSSIDIARIETA’
Nell’ultimo quinquennio si è registrato un notevole
incremento d’emigrati che rimpatriano. Non tutti rientrano
nella terra d’origine con una dimora di proprietà,
frutto di un’intera vita spesa a lavorare all’estero,
che li attende per viverci in vecchiaia e con la possibilità
di condurre una vita senza stenti. Purtroppo, la maggioranza delle
persone che decidono di rimpatriare non è in età pensionabile,
proviene dall’America Latina, prevalentemente dall’Argentina,
ed è stata costretta dopo lunghi anni di lavoro ed il raggiungimento,
molto
spesso, di una solida posizione sociale, ad un precipitoso rientro
in patria, causa la preoccupante crisi economica che ha assunto
tinte di vera e propria tragedia nazionale.
Altri, invece, rientrano dai diversi paesi europei, che oggi condividono
con l’Italia il problema dell’occupazione.
La Regione, nonostante le contratte disponibilità di bilancio,
intende continuare a farsi carico di chi, trovandosi in precarie
condizioni economiche, rientra definitivamente in Italia e decide
di fissare la propria residenza in un comune del Lazio. Nella fattispecie,
sono previsti diversi interventi che, in ottemperanza al principio
di sussidiarietà, vengono gestiti materialmente dai Comuni
interessati. Tra questi, il più efficace rimane quello riguardante
l’erogazione del contributo di prima assistenza finalizzato
ad agevolare il superamento delle difficoltà iniziali e d’inserimento.
In considerazione della natura socio-assistenziale dell’intervento,
l’esperienza ha dimostrato la necessità di fornire
le prestazioni in modo più celere, pertanto, nella programmazione
triennale si stabilisce di erogare le somme richieste, ai comuni
interessati, con mandati bimensili, anziché semestrali come
accadeva in precedenza.
Si auspica, inoltre, nell’arco del prossimo triennio, di
trovare un accordo operativo con quei comuni che hanno denunciato
rilevanti problemi di bilancio, per finanziare anticipatamente le
spese concernenti l’assistenza al primo rientro, sulla scorta
della spesa storica e con conguagli a fine esercizio finanziario,
onde poter fornire immediatamente un servizio che certamente non
può conoscere attese di mesi.
L’Amministrazione comunale, di residenza dell’emigrato
rientrato, dovrà, pertanto, farsi carico di accertare le
reali condizioni di precarietà economica dell’interessato
se solo o dell’intero suo nucleo familiare.
Appurati tali requisiti, il Comune dovrà richiedere, alla
competente Area Emigrazione, il contributo di prima assistenza al
rientro, consistente in un importo fissato in Euro 465 mensili per
singoli e nuclei familiari di due persone ed Euro 650 mensili per
nuclei familiari superiori a due persone.
Tale contributo sarà erogato per un periodo non superiore
a sei mesi.
Analogamente, la Regione prevede la corresponsione di un contributo
per le spese sostenute dall’emigrato per il viaggio di rientro,
per il trasporto delle masserizie, per l’avvio d’attività
produttive, per il reinserimento scolastico e corsi di recupero
per i figli d’emigrati rimpatriati che hanno manifestato difficoltà
nell’inserimento scolastico, nonché contributi per
la traslazione delle salme.
Per far fronte al problema abitativo dell’emigrato nel momento
del rimpatrio, è previsto, nella misura di “ una tantum”,
un contributo per mutui contratti per l’acquisto, la costruzione
o la ristrutturazione d’immobili destinati a civile abitazione.
Infine, allo scopo di agevolare gli emigrati che non hanno raggiunto
il minimo contributivo, fissato dalla normativa, per maturare il
diritto alla pensione, è previsto un contributo “ una
tantum” per riscattare i periodi di lavoro svolto in paesi
non convenzionati con l’Italia.
5. INTERVENTI A FAVORE DELLE ASSOCIAZIONI ISCRITTE NEL
REGISTRO
REGIONALE CHE OPERANO A FAVORE DEGLI EMIGRATI
Nelle premesse del presente piano regionale è stato dato
ampio risalto al ruolo, sempre più rilevante, svolto dalle
Associazioni che operano a favore degli emigrati e delle loro famiglie,
il cui lavoro costante, assiduo e preciso è fonte di preziosa
collaborazione ed ispirazione per la Regione che, nella propria
attività programmatoria, utilizza nell’individuazione
delle strategie operative. Sono le Associazioni che conoscendo sia
le realtà locali, che i bisogni degli emigrati legati alla
propria terra d’origine, costituiscono il più attendibile
referente per un’efficace politica degli interventi. Inoltre,
le Associazioni sono le uniche in grado di stringere rapporti con
le istituzioni locali, fornendo un ponte privilegiato di scambi
con quelle regionali.
Il piano triennale dovrà puntare su un maggiore scambio
con le Associazioni e soprattutto sul coinvolgimento delle ultime
generazioni, apportatrici di nuove idee e di una nuova visione delle
nostre comunità all’estero.
I giovani discendenti potranno, se adeguatamente inseriti con ruoli
impegnativi nelle associazioni d’appartenenza, apportare importanti
contributi innovativi necessari per rilanciare e consolidare nel
mondo l’immagine di comunità protagoniste e all’avanguardia
con le sfide che la moderna società impone.
Le associazioni devono assumere il ruolo di centro di riferimento
della cultura, tradizioni, valori e attività della Regione
Lazio per accrescerne il progetto d’internazionalizzazione.
Le Federazioni d’Associazioni che, a seguito dell’entrata
in vigore della specifica normativa, hanno trovato legale riconoscimento
attraverso l’iscrizione all’albo regionale, debbono
svolgere un accurato e puntuale lavoro di raccordo con tutte le
Associazioni presenti sul proprio territorio. Ciò consentirà
un’organizzazione più fluida e diretta degli interventi,
potendo individuare più celermente gli interlocutori con
i quali confrontarsi.
Per rilanciare e consolidare questi obiettivi occorrono strategie
operative finalizzate ad accrescere l’operatività delle
Associazioni, dotandole indistintamente di sedi operative e d’attrezzature
informatiche e d’ogni genere di documentazione sia cartacea,
che audiovisiva. Nel tempo è auspicabile che tutte le Associazioni
siano collegate tra loro, per costruire una rete di scambi sia d’idee
che di materiale ed in rete, attraverso un web camera, con la “
Associazione intercomunale Casa dell’emigrante “. Oggi
le distanze non possono più rappresentare una barriera per
la comunicazione e per lo scambio, poiché la tecnologia fornisce
gli strumenti idonei per, almeno virtualmente, sentirsi più
vicini alla terra d’origine.
Con le Associazioni occorre predisporre un piano d’interventi
in grado di diffondere la cultura, la storia e le tradizioni della
nostra regione in modo più articolato, capace di superare
le vecchie rappresentazioni tradizionali offerte attraverso le manifestazioni
ed i gruppi folkloristici.
Le Associazioni, inoltre, quale veicolo di una rinnovata politica
di scambi, dovranno incentivare la realizzazione di progetti capaci
di coinvolgere giovani di diversi paesi del mondo, mettendo in campo
tutte le risorse necessarie alla valorizzazione delle prospettive
professionali e di crescita culturale , per poter costruire una
rete di rapporti che abbiano come comune denominatore l’identità
laziale.
Proprio i giovani dovranno indicare linee d’attività
che intendono realizzare, anche instaurando rapporti con la terra
d’origine. La praticabilità di tali progetti può
essere verificata sia con “l’Associazione Intercomunale
Casa dell’emigrante” sia con i Patronati e le Associazioni
a carattere nazionale che sono presenti nella Consulta regionale
per l’emigrazione.
6 . TIPOLOGIA D’INTERVENTI ATTRIBUIBILI AD ALTRI
ENTI OD ORGANISMI
La Regione Lazio, con propria legge n° 2 del 27 febbraio 2004
all’art 43, ha sostenuto lo sviluppo di forme di cooperazione
strutturale e funzionale tra gli enti locali e la Regione stessa
per la realizzazione e la gestione coordinata ed integrata degli
interventi e dei servizi previsti dalla legge regionale 31 luglio
2003,n° 23 , recante “ Interventi a favore dei laziali
emigrati all’estero e dei loro familiari”. Alla luce
di tale dettato normativo saranno riconfermati alla “Associazione
intercomunale Casa dell’emigrante”, compiti e servizi,
in gestione associata e coordinata, a favore degli emigrati che
rimpatriano. Si auspica che, nel triennio di riferimento del presente
piano, l’Associazione, attualmente composta da 36 comuni che
operano nei distretti socio-sanitari di FR/C e FR/D , sia in grado
di ampliare il proprio ambito d’intervento a tutto il territorio
regionale. Le attività conferite, in regime di sussidiarietà,
dovranno essere articolate e diversificate durante l’intero
percorso di reinserimento dell’emigrato e del proprio nucleo
familiare che , per diversi motivi, rientra in Italia. Si ritiene
che i servizi necessari da erogare dovranno riguardare i seguenti
ambiti: consulenza legale, fiscale, amministrativa, pensionistica
e scolastica.
In merito, si ritiene, ai fini di una maggiore efficacia delle
prestazioni fornite, che L’Associazione intercomunale instauri
un regime di collaborazione con i Patronati a carattere nazionale,
presenti nella Consulta per l’emigrazione, specializzati nel
fornire servizi in ambito fiscale e pensionistico ed organizzati
capillarmente su tutto il territorio regionale.
Mai, come nell’ambito dell’emigrazione, l’uso
della tecnologia è decisivo per facilitare la comunicazione,
altrimenti lenta e farraginosa. Allo scopo si ritiene indispensabile,
nel triennio di programmazione, che “ l’Associazione
intercomunale Casa dell’emigrante” potenzi il proprio
sito internet, dotandosi di camera web per un collegamento immediato,
con i diversi interlocutori. Questo strumento potrà consentire
interventi qualitativi, efficaci e nel contempo economici, quali:
realizzazione di video conferenze e corsi interattivi di lingua
e cultura italiana on-line. L’intervento, congiunto alla dotazione
di personal computer a tutte le associazioni, consente non solo
un tempestivo scambio relazionale ed il soddisfacimento in tempo
reale di bisogni legati a richieste d’informazioni, ma, anche,
la discussione e l’approfondimento di tematiche che , in passato,
venivano affrontate soltanto al momento dello svolgimento delle
Conferenze mondiali.
Si ritiene valido confermare, anche nel triennio di riferimento
del piano, l’incontro annuale con gli emigrati che rientrano
per il periodo estivo. Festeggiare “ la giornata dell’emigrante”
è e rimane un appuntamento molto atteso che rinsalda il legame
con chi è dovuto andare via e mantiene vivido e condiviso
il senso delle tradizioni legate alla propria cultura d’origine.
Nell’anno in corso è stato inaugurato a scopo sperimentale,
presso il Comune di Sant’Elia Fiumerapido, un centro “
ascolto “ al quale gli emigrati di ritorno possono rivolgersi
per avere un supporto psicologico per sé e per i propri familiari.
In considerazione dell’enorme successo che ha avuto l’iniziativa,
s’intende nel prossimo triennio consolidare e potenziare l’intervento.
Il rientro, infatti, non sempre rappresenta un evento rassicurante;
spesso, invece, è vissuto come un secondo sradicamento da
una terra ormai conosciuta e sperimentata, dove si sono messe nuove
radici desiderando di integrarsi stabilmente nell’ambiente
a cui si è approdati.
L’essere umano non è per natura insensibile al luogo
e all’ambiente in cui dimora, mantiene inconsciamente un legame
psicologico con il luogo, a partire da quello delle proprie origini,
per tutta la vita. Dopo diversi anni, i ricordi della terra lasciata
non coincidono più con l’evoluzione subita dalla stessa,
si rischia spesso l’estraneità in casa propria. Nel
frattempo, invece, nuove abitudini e costumi sono entrati a far
parte integrante della personalità. Il “centro ascolto”
dovrà farsi carico dei vissuti di queste persone, ed aiutarli
nella ricostruzione ed integrazione dell’identità,
sotto l’egida dell’arricchimento, piuttosto che sotto
quella della deprivazione dei punti di riferimento ambientali.
Queste problematiche interpersonali spesso sono associate ad altre
che coinvolgono l’intero nucleo familiare, rappresentate dai
figli nati nei luoghi d’accoglienza che, hanno subito il trasferimento
e vissuto, al contrario, lo stesso sradicamento dei genitori. In
queste circostanze, occorre valutare la presa in carico di tutto
il nucleo familiare al fine di garantire anche un buon inserimento
scolastico ai figli del rimpatriato.
Il centro ascolto dovrà farsi carico di analizzare tutte
queste dinamiche che scaturiscono dal rapporto fra anima e terra,osservate
nelle sue varie sfaccettature.
La Regione, nel presente piano triennale, conferma la necessità
di farsi carico, con interventi straordinari, degli emigrati residenti
nei paesi dell’America Latina. La situazione politico-economica
in cui sono venuti a trovarsi questi paesi continua a creare notevoli
difficoltà ai nostri emigrati, soprattutto anziani, che spesso
denunciano la necessità di beni primari , quali quelli di
medicinali salvavita o di protesi sanitarie. E’ necessario
intervenire in quelle specifiche situazioni, denunciate dai Presidenti
delle Associazioni, e su specifici bisogni segnalati e documentati.
L’organizzazione di tali servizi sarà demandata, attraverso
specifica convenzione, all’Osservatorio interregionale per
la cooperazione e sviluppo ( O.I.C.S ) che dovrà realizzare
i seguenti interventi:
- socio-sanitari in favore delle fasce più deboli, quali
anziani e portatori di handicap che consisteranno nell’acquisto
e distribuzione di farmaci salvavita, vaccini, protesi ed ogni altro
materiale di prima necessità.
- Sottoscrizione di forme di convenzione con Enti mutualistici
per l’assistenza sanitaria ai meno abbienti.
Potranno essere presi in considerazione ulteriori ambiti d’intervento
segnalati e legati alla specificità del paese richiedente.
CRITERI E MODALITA’ ATTUATIVE DEGLI INTERVENTI
3. INTERVENTI DIRETTI DELLA REGIONE
3 . 1 INCONTRI CON LE COMUNITA’ ALL’ESTERO
Gli incontri con le Comunità laziali all’estero, sono
finanziabili attraverso i fondi stanziati nello specifico capitolo
di bilancio H43506. In un‘ottica di programmazione regionale
ispirata ai criteri d’efficienza, efficacia ed economicità
degli interventi, gli incontri saranno valutati in considerazione
degli eventi che coinvolgono i paesi d’insediamento delle
nostre comunità, nonché sulla base di quelli proposti
dalle Associazioni iscritte al registro regionale, di cui all’art
6 della LR 23/03. Le richieste da parte di queste ultime possono
essere legate a commemorazioni di particolare significato per la
storia dell’emigrazione laziale, oppure, riferite ad eventi
socio-politico-economici specifici che richiedono la presenza istituzionale
della Regione. Incontri potranno anche essere previsti per la realizzazione
di progetti e sottoscrizione di accordi, tra la Regione e le istituzioni
locali, in settori produttivi in grado di creare prospettive di
crescita professionale e opportunità lavorative, specie per
i discendenti di emigrati laziali.
Le richieste, come sopra descritte, provenienti dalle Associazioni,devono
contenere:
- tema dell’incontro e relativo programma
- indicazione del paese dove si terrà l’incontro,
data e durata
- eventuale richiesta finanziaria
Le Associazioni promotrici dell’incontro, a conclusione dello
stesso, dovranno far pervenire una dettagliata relazione informativa,
con accluso il rendiconto finanziario delle spese sostenute, in
caso di concessione di contributo regionale.
In considerazione della centralità riconosciuta alle Associazioni,
a cui, peraltro, s’ispira il presente piano triennale, è
necessario che i Presidenti delle stesse annualmente inviino, alla
Regione, un’autocertificazione attestante il permanere dei
requisiti sulla scorta dei quali sono state iscritte al registro
regionale, con particolare riguardo all’elenco dei soci, che
deve essere continuamente aggiornato. E’, altresì,
necessario inviare, ogni tre anni, una dettagliata relazione sulle
attività svolte.
3. 1.2 INIZIATIVE FINALIZZATE AL RECUPERO DELLA LINGUA
ITALIANA
In linea con le premesse ispiratrici del presente piano, si ritiene
indispensabile dedicare risorse ad ampliare la conoscenza della
lingua a della cultura italiana.
L’intervento, che deve favorire i giovani, sarà effettuato
tramite:
- La Soc Dante Alighieri, in Argentina, ed i CO.A.S.I.T ( Comitato
Assistenza Italiana), in Australia ( Melbourne) su presentazione
di progetti per singoli corsi, mediante la stipula di apposite convenzioni.
In merito, qualora le disponibilità di bilancio lo consentissero,
si potrà prevedere un ampliamento dei corsi: con la Soc Dante
Alighieri in Canada, dove la comunità di Edmonton ne ha fatto
richiesta e con il Co.A.S.I.T a favore della comunità laziale
di Sydney.
Questi ulteriori interventi potranno essere individuati e definiti
attraverso l’aggiornamento annuale al piano triennale.
3.1. 3 INIZIATIVE A FAVORE DEI GIOVANI RESIDENTI ALL’ESTERO
I destinatari dell’intervento, come descritto nella parte
programmatica specifica, sono giovani dai 18 ai 28 anni, provenienti
dai paesi extraeuropei, selezionati secondo i seguenti criteri di
priorità:
- appartenenza a nuclei familiari economicamente svantaggiati
- disponibilità e coinvolgimento nella vita delle Associazioni
- conoscenza della lingua italiana
- particolare distinzione nelle proprie attività
- dimostrazione di alta motivazione all’approfondimento dello
studio della lingua e della cultura italiana
Il consultore del paese di riferimento, o suo delegato, ed al massimo
un’altra unità, da lui segnalata, accompagneranno,
durante tutto il periodo di permanenza, i ragazzi costituendo il
loro punto di riferimento e di raccordo con le istituzioni e gli
organismi organizzatori dell’evento. Queste figure rientrano
nel numero dei partecipanti.
La Regione, potrà determinare la ripartizione del numero
dei partecipanti non solo sulla scorta del criterio di rappresentatività
delle Associazioni regionali degli emigrati, ma, anche, in base
a criteri di opportunità relativi al contesto economico-sociale
dei paesi interessati alla realizzazione dell’iniziativa,
nonché su criteri meritocratici ampiamente dimostrabili.
Nel caso in cui le risorse finanziarie non consentissero la partecipazione
di tutti gli Stati esteri in cui sono presenti le Associazioni regionali
degli emigrati del Lazio, l’intervento sarà realizzato
secondo un principio di rotazione tra i vari paesi.
Il numero complessivo dei partecipanti all’iniziativa e le
unità assegnate ai vari paesi saranno determinate con gli
aggiornamenti annuali al presente programma triennale.
3.1.4 SOGGIORNI PER EMIGRATI ANZIANI
I destinatari dei soggiorni sono gli emigrati laziali ed i loro
coniugi, con un’età superiore ai 60 per gli uomini,
ed ai 55 per le donne, le cui condizioni economiche non consentono
di affrontare la spesa per il viaggio ed il soggiorno nel paese
d’origine. Nella composizione dei gruppi può essere
prevista la figura di un accompagnatore per il quale non sussistono
i limiti d’età sopra individuati. Il rapporto è
di un accompagnatore per ogni gruppo superiore a 12 unità
e rientra nel numero complessivo dei partecipanti.
Al fine di agevolare lo svolgimento dell’intervento si richiede
agli accompagnatori una buona conoscenza della lingua italiana.
L’individuazione dei nominativi dei partecipanti è
affidata ai Presidenti delle Associazioni, con il compito di comunicarli
ai Presidenti delle Federazioni, laddove istituite. La verifica
del possesso dei requisiti richiesti è rimessa al Consultore
di riferimento di ciascun paese. I destinatari del provvedimento
dovranno produrre al consultore un’autocertificazione contenente
elementi valutativi della propria condizione economica che non consente
di affrontare, a proprie spese, un viaggio per tornare a visitare
il proprio paese d’origine. Il consultore valuterà
le autocertificazioni prodotte e individuerà i destinatari
dell’intervento.
La Regione potrà determinare le unità spettanti a
ciascun paese, non solo sulla scorta della consistenza numerica
delle varie associazioni regionali, ma, altresì, valutando
l’opportunità di agevolare quei paesi che, al momento
dell’avvio del soggiorno, si trovino in evidenti condizioni
di difficoltà socio-economiche.
Salvo il verificarsi delle situazioni a cui si è fatto riferimento,
la distribuzione dei partecipanti ai soggiorni sarà effettuata
secondo un principio di rotazione tra gli stati esteri.
I destinatari dell’iniziativa non dovranno averne usufruito
negli ultimi 5 anni. Per i partecipanti provenienti dall’America
latina, la Regione provvederà al rimborso delle spese di
viaggio fino alla concorrenza del costo del biglietto aereo. Per
quelli provenienti dall’Australia tale contributo sarà
variabile, da un minimo di 500 ad un massimo di 700 euro, in considerazione
della documentazione comprovante le reali condizioni economiche
dei destinatari. Questo contributo, concesso solo a coloro che non
ne hanno mai usufruito, sarà erogato: alle Associazioni regionali,
alle Federazioni delle Associazioni regionali degli emigrati, alle
agenzie di viaggio individuate dalle stesse per l’emissione
della biglietteria aerea con specifico atto di delega dei Presidenti,
alle amministrazioni comunali individuate per la realizzazione dell’iniziativa.
L’iniziativa sarà realizzata presso le amministrazioni
comunali che rappresenteranno la propria disponibilità al
riguardo ed il cui programma sarà particolarmente interessante
e vantaggioso. Il costo pro-capite giornaliero è determinato
nella misura massima di Euro 50 comprensivo delle spese di soggiorno
e di quelle relative al programma culturale.
3 . 1 . 5 CONVENZIONI CON L’UNIVERSITA’ E CENTRI
DI RICERCA PER INDAGINI
E STUDI CONCERNENTI IL FENOMENO MIGRATORIO
La Regione individua nelle Università e nei Centri di ricerca
qualificati i propri referenti per acquisire, mediante specifiche
convenzioni, dati rilevanti per la propria programmazione. La scelta
dei soggetti in argomento risponde all’esigenza dell’attendibilità
e scientificità della fonte ed a quella di poter avere un
continuo e costante monitoraggio delle politiche migratorie. Alla
luce di tali premesse, in ogni piano annuale d’aggiornamento
saranno individuate, di volta in volta, le specifiche necessità
coerenti alla programmazione ed alle risorse disponibili.
4 . INTERVENTI DEMANDATI AI COMUNI IN OTTEMPERANZA AL PRINCIPIO
DI SUSSIDIARIETA’
Gli interventi che la Regione finanzierà, saranno realizzati
dalle amministrazioni comunali e rivolti a garantire servizi primari
di carattere socio-assistenziali, per l’emigrato laziale e
per il suo nucleo familiare, nel momento del rientro.
Per accedere ai finanziamenti i comuni interessati dovranno far
pervenire specifica richiesta, entro il termine ultimo del 30 settembre,
alla competente Area Emigrazione, Direzione Regionale Servizi Sociali.
Nel caso in cui le risorse finanziarie non consentiranno di soddisfare
tutte le richieste avanzate, criterio prioritario sarà quello
di rispettare l’ordine cronologico di presentazione, privilegiando
le richieste dei comuni relative ai contributi di prima assistenza
al rientro.
Di seguito, sono individuati i criteri relativi ad ogni specifico
intervento previsto nel presente piano triennale.
4.1 Contributi di prima assistenza al rientro,
spese di viaggio e trasporto masserizie
Lo scopo del contributo in argomento è quello di sostenere
gli emigrati in serie difficoltà economiche al momento iniziale
del rimpatrio.
I destinatari sono quelli previsti dall’art. 2 della legge
regionale n. 23 del 31 luglio 2003, che rientrano definitivamente
in Italia ed eleggono la propria residenza in un Comune del Lazio.
Domande e documentazione da allegare: le domande devono essere
presentate entro tre anni dalla data dell’effettivo rientro
al Comune di residenza, corredate dalla seguente documentazione:
a) certificazione dell’autorità consolare o documentazione
equipollente di autorità dello stato straniero oppure di
organismi od enti previdenziali stranieri o italiani, attestante
la permanenza all’estero;
b) stato di famiglia;
c) certificato di residenza;
d) certificato di cittadinanza italiana.
Ai sensi della L 15 marzo 1997 n° 59 i certificati di cui alle
lettere b), c) , d) possono essere sostituiti da autocertificazione.
Contributo di prima assistenza al rientro
Il contributo è destinato unicamente ad emigrati che versano
in condizioni economiche particolarmente disagiate, accertate dall’Amministrazione
Comunale di residenza.
L’importo del contributo è fissato nella misura di
Euro 465,00 mensili per singoli e nuclei familiari composti da due
persone, e in Euro 650,00 mensili per nuclei familiari superiori
a due persone.
Il contributo è erogato per un periodo non superiore a mesi
sei.
Le domande tendenti ad ottenere tale assistenza devono essere presentate
entro e non oltre 90 giorni dal rientro.
Contributo per spese di viaggio
La misura del contributo è riconosciuta come di seguito
specificato:
1. rientro da paesi europei - 75% del costo del biglietto ferroviario
di seconda classe e del 50% del biglietto di classe turistica nel
caso di viaggio avvenuto per via aerea.
Qualora il rientro sia avvenuto con mezzi propri, il contributo
sarà determinato in modo forfetario facendo riferimento al
costo di un biglietto ferroviario di seconda classe relativo al
percorso compiuto ed indipendentemente dal numero dei viaggiatori.
2. rientro da paesi extra europei – il contributo è
pari al 50% del costo del biglietto aereo.
Per ottenere il contributo, la certificazione di cui alle lettere
a), b), c), d) deve essere integrata dalla documentazione comprovante
le spese di viaggio o da autocertificazione, qualora il rientro
avvenga con mezzo proprio.
Contributo per trasporto masserizie
L’importo del contributo è calcolato secondo i seguenti
parametri:
1. rientro dai paesi europei - 75% spesa sostenuta fino ad un massimo
di Euro 1.850,00;
2. rientro dai paesi extra-europei - 75% spesa sostenuta fino ad
un massimo di Euro
2.500.00
Per ottenere il contributo, la certificazione di cui alle lettere
a), b), c), d), deve essere integrata dalla fattura comprovante
le spese di trasporto.
4.2 Contributi per l’avvio di attività produttive
Il contributo per l’avvio d’attività produttive:
singole, associate o cooperativistiche nei settori dell’artigianato,
dell’agricoltura, del commercio, del turismo e della pesca
è corrisposto nella fattispecie di “ una tantum”.
Destinatari: i soggetti in possesso dei requisiti di cui all’art.
2 della legge regionale n. 23 del 31 luglio 2003 che, rientrati
definitivamente in Italia da non più di tre anni, dopo aver
maturato un periodo di permanenza all’estero per motivi di
lavoro, non inferiore a due anni, abbiano fissato la propria residenza
in un Comune del Lazio.
Le domande, corredate dalla seguente documentazione, dovranno essere
presentate entro tre anni dalla data del rientro definitivo:
attestato del Consolato o del datore di lavoro, vistato dall’Autorità
Consolare, dal quale si evinca che il richiedente ha trascorso almeno
due anni all’estero per motivi di lavoro, seguiti da un definitivo
rientro in patria;
certificato di residenza;
stato di famiglia;
cittadinanza italiana;
relazione tecnico finanziaria dell’opera;
certificato di iscrizione all’albo delle imprese artigiane,
commerciali o agricole;
autocertificazione , resa secondo la normativa vigente in materia,
in cui si dichiara di non aver inoltrato altra richiesta di contributo
regionale per l’avvio dell’attività,assumendo
l’impegno di mantenerla per almeno un biennio dalla data della
richiesta;
copia delle fatture delle spese sostenute.
Ai sensi della L 15 marzo 1997 n° 59 i certificati di cui ai
punti 2, 3, 4, possono essere sostituiti da autocertificazione.
Spese ammissibili:
Acquisto, costruzione, ristrutturazione ed ampliamento di fabbricati
destinati all’esercizio dell’attività.
Acquisto delle attrezzature e degli impianti relativi.
Acquisto di scorte destinate esclusivamente all’attività
lavorativa.
Misura del contributo e modalità di erogazione: il contributo
a fondo perduto, è stabilito fino ad un massimo di Euro 10.000,00
e comunque nella proporzione del 50% delle spese sostenute per l’avvio
dell’attività.
Nel caso di forme associate tra emigrati (società o cooperative),
il contributo sulle spese di avvio dell’attività è
calcolato fino ad un massimo di Euro 15.000,00 e comunque sempre
nella proporzione del 50% delle spese sostenute.
Il contributo previsto sarà erogato attraverso le Amministrazioni
comunali, tenute alla verifica dell’avvio dell’attività.
4.3 Interventi per il reinserimento scolastico
Assegni di studio
Il contributo è finalizzato a facilitare l’inserimento
scolastico dei figli degli emigrati e potrà essere concesso
per i primi tre anni scolastici dal rientro.
Destinatari: figli degli emigrati residenti all’estero per
motivi di lavoro ed i figli degli emigrati rientrati nel territorio
della Regione. Nel primo caso possono beneficiare del contributo
anche coloro che abbiano un solo genitore residente all’estero.
Domande e documentazione: Le domande dovranno essere presentate,
al Comune di residenza, entro il 31 ottobre di ogni anno scolastico/accademico,
corredate di:
dichiarazione del Consolato o del datore di lavoro, vistato dall’Autorità
Consolare, che attesti la residenza all’estero, o certificazione
del Comune che attesti l’iscrizione nell’A.I.R.E. del
genitore;
attestato del Consolato o del datore di lavoro, vistato dall’Autorità
Consolare, dal quale si rilevi che il genitore sia effettivamente
emigrato, abbia trascorso almeno due anni all’estero per motivi
di lavoro e che il suo rientro sia definitivo (questo documento
è necessario solo qualora trattasi di figlio di emigrato
rientrato);
certificato che attesti l’iscrizione e la frequenza scolastica;
stato di famiglia.
Misura del contributo:
Euro 150,00 in favore degli alunni delle scuole elementari per
ogni anno scolastico;
Euro 210,00 in favore degli studenti delle scuole medie inferiori
per ogni anno scolastico;
Euro 310,00 in favore degli studenti delle scuole medie superiori
per ogni anno scolastico;
Euro 520,00 in favore di studenti universitari per ogni anno accademico.
Corsi per l’inserimento scolastico
L’intervento consiste nel finanziamento di corsi individuali
o collettivi finalizzati all’integrazione culturale e linguistica
dei figli degli emigrati rimpatriati, organizzati dalle scuole dell’obbligo
o secondarie.
Destinatari: i figli degli emigrati rimpatriati, che manifestino
difficoltà nell’inserimento scolastico.
Le domande delle scuole interessate, corredate dalla seguente documentazione,
dovranno essere presentate tramite le Amministrazioni Comunali:
- generalità degli allievi e relativa data di rimpatrio
di ciascun allievo;
- certificato d’iscrizione alla scuola;
- programma dell’attività didattica e relativo preventivo
di spesa.
La Regione finanzia, tramite le Amministrazioni Comunali, le spese
per i compensi degli insegnanti preposti ai corsi di cui sopra.
Durata dell’intervento: la durata dei corsi non potrà
superare i due anni per i singoli partecipanti.
Al Comune è demandato il controllo della rendicontazione
prodotta dalle scuole.
4.4 Contributi per traslazione salme
Il contributo è finalizzato al rimborso delle spese sostenute
per la traslazione delle salme, di emigrati laziali deceduti all’estero,
nei Comuni del territorio regionale.
Destinatari: soggetti di cui all’art. 2 della L.R. 23/03,
deceduti all’estero.
Le domande, corredate della seguente documentazione, dovranno essere
presentate, entro un anno dalla data della traslazione e sistemazione
della salma, al Comune in cui viene traslata la salma:
a) certificato di morte;
b) certificato attestante la relazione di parentela;
c) autocertificazione attestante che per il rimborso delle spese
di trasporto della salma, il richiedente non abbia ottenuto contributi
da parte di altri Enti o Istituzioni Pubbliche;
d) documentazione delle spese sostenute.
Misura del contributo: 80% delle spese sostenute fino ad un massimo
di Euro 2.500,00.
In caso di decesso per infortuni sul lavoro di cittadini laziali
all’estero, saranno rimborsate le spese, non coperte da assicurazione,
per la traslazione delle salme nei Comuni della Regione Lazio.
In questa specifica circostanza, la documentazione di cui ai punti
a), b), c), d), dovrà essere integrata da certificazione
attestante la causa del decesso,rilasciata dalle competenti autorità.
4.5. Una tantum per il reinserimento abitativo: contributi per
pagamento di interessi su mutui per acquisto-costruzione o ristrutturazione
di alloggi
Allo scopo di agevolare le difficoltà abitative, incontrate
dagli emigrati al momento del rimpatrio, è concesso un contributo,
“una tantum”, per la contrazione di mutui per l’acquisto,
la costruzione o la ristrutturazione d’ immobili destinati
a civile abitazione o con destinazione da mutare in tal senso, situati
nel territorio della Regione, con esclusione dei capoluoghi di Provincia.
I destinatari dell’intervento sono quei connazionali che,
dopo almeno un biennio di permanenza all’estero per motivi
di lavoro, rientrano definitivamente nel territorio della Regione
Lazio. Il contributo è concesso a condizione che:
· il reddito imponibile annuo del nucleo familiare non sia
superiore ad Euro 18.000,00;
· il richiedente ed i componenti del nucleo familiare non
risultano proprietari o comproprietari, nel territorio regionale,
di altro alloggio
Le domande dovranno essere presentate, entro tre anni dalla data
del rientro, al Comune di residenza, corredate dalla seguente documentazione:
attestato del Consolato o del datore di lavoro, vistato dall’Autorità
Consolare, dal quale si rilevi che il richiedente abbia trascorso
almeno due anni all’estero per motivi di lavoro e che il suo
rientro sia definitivo;
certificato di residenza;
attestato comprovante il possesso della cittadinanza italiana ;
stato di famiglia;
autocertificazione da cui risulti che il richiedente ed i membri
del suo nucleo familiare non sono proprietari di case di civile
abitazione nell’ambito del territorio della Regione. Nella
autocertificazione deve essere dichiarato che l’immobile non
è accatastabile nelle categorie A1, A7, A8, A9;
6. autocertificazione attestante che il reddito del nucleo familiare
non è superiore a Euro 18.000,00;
7. copia notarile del contratto e del mutuo con il piano di ammortamento.
Misura del contributo: la Regione riconosce un contributo sugli
interessi per mutui, nella misura del 20% del capitale mutuato.
L’ammontare del contributo non può superare la somma
di Euro 10.000,00 per la costruzione o l’acquisto dell’alloggio
e di Euro 6.000,00 per la ristrutturazione.
Il contributo è cumulabile con eventuali benefici concessi
da leggi nazionali, a meno che queste lo escludano esplicitamente.
Vincolo di destinazione: i beneficiari del contributo sono tenuti
ad occupare e risiedere nell’alloggio oggetto dell’intervento.
L’alloggio stesso non potrà, a nessun titolo, essere
alienato o locato, né diversamente destinato, prima che siano
trascorsi otto anni dalla concessione del contributo, pena la restituzione,
con relativi interessi, delle somme concesse dalla Regione.
4.6 Una tantum per il raggiungimento dei minimi pensionistici
Il contributo, nella misura di “ una tantum “, è
finalizzato al raggiungimento del minimo contributivo previsto dalla
normativa in materia per ottenere il pensionamento dall’Inps,
lo stesso è finalizzato al riscatto dei periodi di lavoro
svolto in paesi non convenzionati con l’Italia.
Le domande, presentate entro tre anni dalla data del rimpatrio,
al Comune di residenza del richiedente, dovranno essere corredate
dalla seguente documentazione:
documentazione, prodotta dall’Istituto Nazionale di Previdenza
Sociale, attestante i periodi di lavoro da riscattare;
stato di famiglia;
certificato di residenza;
attestato comprovante il possesso della cittadinanza italiana;
attestato del Consolato o del datore di lavoro, vistato dall’Autorità
Consolare, dal quale si rilevi che il richiedente ha trascorso almeno
due anni all’estero per motivi di lavoro e che il suo rientro
è definitivo.
Misura del contributo: 50% della somma occorrente fino ad un massimo
di Euro 2.600,00.
5 . CONTRIBUTI A FAVORE DELLE ASSOCIAZIONI ISCRITTE NEL
REGISTRO REGIONALE CHE OPERANO A FAVORE DEGLI EMIGRATI
La Regione, mediante specifico stanziamento di bilancio, eroga
alle richiedenti Associazioni, iscritte al Registro regionale, contributi
per gli interventi previsti all’art 7 della LR 23/03. Le domande
dovranno pervenire, alla competente direzione regionale, entro il
31 dicembre di ogni anno, corredate della seguente documentazione:
. statuto dell’associazione (qualora fosse già stato
presentato occorre farne specifica menzione);
. relazione sull’attività svolta nell’ultimo
triennio;
. descrizione delle iniziative che si intendono realizzare nell’anno
per il quale si presenta la richiesta, indicando eventuali sviluppi
previsti negli anni successivi;
. finalità dell’iniziativa;
. destinatari;
. preventivo di spesa distinto per categorie;
. piano finanziario per la copertura dei costi (indicando eventuali
altri contributi ricevuti o richiesti per il medesimo progetto);
. eventuali spese già sostenute al momento della presentazione
delle richieste.
I contributi sono concessi secondo la seguente entità ed
ordine di priorità:
1. progetti ed attività rivolte prevalentemente ai giovani
residenti all’estero, per valorizzarne le prospettive professionali
e di crescita culturale. Il contributo previsto non potrà
superare l’importo di 6.000 euro;
2. attività rivolte ai giovani e relative alla diffusione
della lingua italiana. Il contributo è di euro 22 per ogni
ora di lezione ( comprensivo di compenso docente , acquisto materiale
didattico e affitto della sede per lo svolgimento delle lezioni)
e fino ad un importo di euro 3.000. Sono escluse da tali contributi
le Associazioni operanti in quegli stati dove sussiste specifica
convenzione, tra la Regione e l’Ente di formazione individuato,
per l’insegnamento e la diffusione della lingua italiana;
3. progetti ed iniziative di promozione del patrimonio storico,
culturale ed artistico della Regione. Il contributo erogato è
nella misura massima di euro 5.000;
4. affitto e/o manutenzione sede nella misura da valutare specificatamente
ed in relazione alle disponibilità di bilancio
5. acquisto del personal computer, secondo i prezzi di mercato
6. organizzazione di riunioni ed attività di comunicazione
da parte delle federazioni e delle confederazioni di cui all’art
6, comma 4, lettera a) come previsto nella LR 23/03 all’art
7 comma e). Il contributo concesso sarà determinato, nei
singoli programmi di aggiornamento annuali, secondo le disponibilità
di bilancio.
Modalità di liquidazione dei contributi concessi
Il 60% del contributo concesso, sarà erogato, a favore dell’Associazione,
al ricevimento da parte dell’Amministrazione regionale, di
una dichiarazione d’avvio del progetto.
Il restante 40%, quale saldo, sarà erogato ad iniziativa
conclusa ed a seguito dell’invio, da parte dell’Associazione,
di una relazione dettagliata sulla realizzazione delle iniziative
programmate unita al rendiconto contabile, relativo alle spese sostenute,
dal quale si evincono le causali di spesa e gli estremi delle fatture
e/o note spese.
Il mancato invio, ai competenti uffici regionali, entro due anni
dalla data di assegnazione del contributo, della documentazione
sopra indicata, costituirà titolo per l’Amministrazione
Regionale, per l’avvio del procedimento di revoca del contributo
assegnato.
6. TIPOLOGIA D’INTERVENTI ATTRIBUIBILI AD ALTRI ENTI
OD ORGANISMI
Per la realizzazione di tali interventi, è prevista la stipula
di specifiche convenzioni nelle quali saranno, di volta in volta,
fissate condizioni e modalità di svolgimento dell’incarico.
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