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Di Liegro: "Gli emigrati laziali nel mondo mediatori del mondo globale e anello di congiunzione con la Regione Lazio"

Due giorni di lavori al Museo nazionale dell'Emigrazione Italiana per la V Conferenza regionale dell'Emigrazione, organizzata dall'assessore alle Politiche sociali e delle sicurezze della Regione Lazio Luigina Di Liegro

30/11/2009 Si è conclusa ieri a Roma, la V conferenza regionale dell'Emigrazione organizzata dall'assessorato alle Politiche sociali e delle sicurezze della Regione Lazio. "Lo spirito che ha animato questa conferenza - ha dichiarato l'assessore Di Liegro - è stato quello di individuare percorsi in grado di rispondere concretamente alle nuove aspettative e problematiche sorte dopo la prima fase di integrazione sociale nei paesi di emigrazione. Sono passati 11 anni dall'ultima conferenza regionale, e da allora si sono verificati eventi che hanno influenzato l'approccio della Regione alla politica dell'emigrazione, quindi, domani porterò le nuove istanze emerse in questi giorni dalle associazioni al tavolo della Conferenza Stato-Regioni".

La giornata si è aperta con i saluti del direttore del Museo nazionale dell'Emigrazione (Mei) Alessandro Nicosia che ha espresso il suo apprezzamento per la manifestazione: "Sono felice - ha detto Nicosia - che per la chiusura della V conferenza regionale dell'Emigrazione, l'assessorato abbia scelto il Mei. Questo evento è, infatti, in linea con la mission di questo Museo, che è quella di contribuire alla comprensione del fenomeno dell'emigrazione come momento centrale nella storia politica, sociale ed economica del nostro Paese. Il Mei vuole essere un punto di riferimento per i tanti musei già presenti in Italia e valorizzare il patrimonio dei 29 milioni di emigrati che lasciarono la nostra terra".

Anche Giulia Rodano, assessore alla Cultura, spettacolo e sport della Regione Lazio, ha sottolineato l'importanza di sostenere da parte di tutta la Regione iniziative che promuovano la ricchezza e il valore della storia dell'emigrazione italiana. "Il settore dell'emigrazione è affidato all'Assessorato alle politiche sociali, ma le realtà dell'emigrazione non sono più da assistere, devono essere viste al contrario come occasioni di sviluppo per il nostro paese. I diversi assessorati coinvolti devono ripensare insieme gli strumenti per lavorare in questo campo, perchè lo studio dell'emigrazione - viaggi, sofferenza e successo - deve diventare uno strumento utile per noi, per essere un paese di immigrazione che punta alla tolleranza e all'integrazione, per costruire una convivenza civile e produttiva con gli stranieri".

La parola è passata poi a Elio Carrozza segretario generale del Consiglio generale degli italiani all'estero (cgie), che ha sottolineato come "non c'è stata una continuità di azione nel portare avanti politiche per l'emigrazione coordinate a livello nazionale". "Ora - ha ripreso Carrozza - se ne pagano le conseguenze. La crisi finanziaria grave in cui versiamo mette a rischio il delicato rapporto tra il nostro paese e gli emigrati e se la politica non si allerta ad intervenire, si rischia di rompere il cordone ombellicare con i nostri emigrati. Dobbiamo prendere coscienza che oggi, e per il futuro, gli emigrati sono una vera e propria risorsa per il mercato, l'economia e la cultura del nostro paese nel mondo. Inoltre, dobbiamo portare avanti un programma di educazione civica all'interno delle scuole, favorendo lo studio della storia della nostra emigrazione, per sviluppare nei giovani una cultura dell'accoglienza e dell'integrazione ed evitare assurde derive razziste, a cui purtroppo spesso assistiamo, nei confronti degli immigrati".

La giornata si è chiusa con la relazione del direttore Regionale Servizi sociali Miriam Cipriani, che ha fatto il punto sui lavori di questa V Conferenza Regionale dell'Emigrazione. I dati esposti danno un quadro preciso del settore: dal 1955 al 1975 il saldo migratorio sud/nord è stato di 2.344.839. Il saldo migratorio verso l'Europa dal 1946 al 1970 è stato di 1.521.000. I discendenti dei 27 milioni di emigranti (14 milioni al netto dei rientri) si stimano intorno ai 60 milioni. Nella Vecchia migrazione di fine '800 le aree a maggior esito migratorio, anche se il comune di Roma resta al primo posto, sono quelle dell'alto reatino (emigrati quasi tutti in sud America), la zona della ciociaria e il sud pontino. Secondo i dati del "Rapporto italiani nel mondo 2009" redatto dalla Fondazione Migrantes, attualmente sono circa 4 milioni (3.915.767) gli italiani residenti all'estero e di questi 346.067 sono laziali. Dopo la Sicilia e la Campania, il Lazio è la terza regione per numero di emigrati che si concentrano per il 62.4 % nelle Americhe, il 28% in Europa, il 2.1% in Australia e l'1.1% in Sud-Africa. Ad oggi sono circa 100 le associazioni regionali di emigranti laziali riconosciute e iscritte al Registro della Regione Lazio, di cui 15 in Europa, 27 in Australia, 19 in Sud America, 5 negli Stati Uniti, 35 in Canada, 1 in Sudafrica. "Si sta aprendo una nuova fase della nostra emigrazione - ha sottolineato il direttore Cipriani - e le realtà associative sono chiamate ad avere un ruolo da protagonista nel riavvicinare le nuove generazioni di figli e discendenti di emigrati alla propria regione d'origine. Il ruolo dei giovani in questo nuovo contesto internazionale è e sarà essenziale. Il nostro comune obiettivo deve essere quello di ascoltare le esigenze delle nuove generazioni, operando una svolta nelle strategie di comunicazione e di interazione con i giovani delle comunità di emigrati all'estero".

Questi tre giorni di lavoro hanno visto la partecipazione attiva dei rappresentanti delle comunità di laziali all'estero e le richieste più importanti esposte dai gruppi di lavoro hanno riguardato: la necessità di continuare a diffondere e mantenere viva la lingua e la cultura italiana attraverso forme di partnerariato con le università per l'insegnamento dell'italiano (con particolare attenzione ai corsi rivolti ai bambini e ai figli di terza e quarta generazione); l'esigenza di un utilizzo degli strumenti e delle tecnologie informatiche ed interattive per favorire l'incontro tra i giovani, le associazioni e la Regione Lazio, in modo da soddisfare il desiderio di maggior collegamento tra italiani nel mondo; una politica di attenzione per le aziende laziali perché sia agevolata l'esportazione dei propri prodotti all'estero e al contempo la diffusione di queste produzioni. Sul tema del lavoro la Conferenza ha auspicato che la Regione si adoperi a livello nazionale a favore del riconoscimento dell'equipollenza dei titoli di studio conseguiti nei Paesi di emigrazione.

"Lo spirito di questa V conferenza regionale dell'Emigrazione - ha concluso l'assessore Di Liegro - è stato quello di realizzare una programmazione partecipata, che tenesse conto dei cambiamenti strutturali intervenuti nell'emigrazione laziale all'estero, del diverso contesto istituzionale e normativo in cui si inserisce la politica dell'emigrazione, delle specificità del paese di residenza degli emigrati. L'obiettivo dell'assessorato deve esser quello di far divenire gli emigrati laziali mediatori del mondo globale e anello di congiunzione con la Regione Lazio, per non disperdere il nostro patrimonio culturale e la memoria del nostro paese. Per questo mi impegno, insieme all'assessore Rodano, a far creare uno spazio all'interno del sito web della Regione dedicato ai laziali all'estero e una newsletter per dare informazioni su quello che accade in Italia e nei paesi degli emigranti".